Della chiesa di San Michele si ha notizia già
dalla seconda metà del XIV sec., quando viene riportata in una mappa della città disegnata
nel febbraio del 1364 dal notaio Fuyani.
Costruita a navata unica con transetto,
completo di cappelle su entrambi i lati, è stata officiata dal clero secolare sin dalla sua
fondazione e per lunghi anni subì alterne vicende, sino a divenire cattedrale pro
tempore nel 1503, allorché Alghero venne eletta sede vescovile, in attesa della
conclusione dei lavori di costruzione dell'attuale chiesa titolare, la parrocchiale di
Santa Maria.
Fu il vescovo Andrea Bacallar a cedere
l'edificio di culto alla Compagnia di Gesù, la quale fondò, anche grazie ad un
lascito del generale Ferret (come
testimoniato dalla foto a lato che riproduce una lapide murata sul lato destro
del transetto) l'annesso collegio gesuitico. E fu la Compagnia di Gesù a
ricostruirla nelle attuali forme tra il 1661 ed il 1675 su progetto
dell'architetto savonese Domenico Spotorno, piuttosto attivo in Sardegna, tanto
che a lui si devono, tra le altre, la ricostruzione della cattedrale di Cagliari
e la realizzazione di quella di Ales.
Che san Michele
sia una chiesa di particolare pregio lo si intuisce sin dall'esterno,
dove nonostante la facciata nulla dica e le finestre siano ben poco consone allo
stile dell'edificio, sopra il portale d'ingresso si trovano, racchiuse in una
cornice di trachite, due simulacri marmorei (Foto 2) rappresentanti
l'annunciazione e, immediatamente più su,
un altorilievo raffigurante lo Spirito Santo (Foto 3). Ma è la cupola, la cui
immagine è spesso utilizzata anche come simbolo di Alghero, a destare il maggior
interesse grazie alle appariscenti e colorate maioliche che ne rivestono
l'esterno (Foto 1).
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L'arcangelo
Michele, al quale è dedicata la chiesa e che è anche il Santo Patrono della
città di Alghero, ha una presenza rilevante all'interno dell'edificio sacro,
tanto da essere presente oltre che sul grande dipinto posto al centro
dell'altare maggiore, anche con una imponente e bella statua lignea che lo
raffigura mentre sconfigge satana, posto incatenato sotto i suoi piedi (Foto 4)
.
Altra rappresentazione del Santo, una
volta collocata nell'edicola centrale dell'altare maggiore che oggi
ospita il dipinto, è custodita nel locale
Museo Diocesano di Arte
Sacra.
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La
cappella nelle Foto 5 è dedicata alla Madonna della Freccia
alla quale, secondo la tradizione, è stata intitolata la prima
chiesetta campestre sorta a Valverde, poi dedicata alla Madonna
del Pilar prima di essere sostituita dall'attuale edificio di
culto con il titolo definitivo di Madonna di Valverde. E proprio il
piccolo simulacro della Vergine di Valverde (5b e 5c) è posto ai
piedi del grande dipinto risalte al 1652 (5d), del quale riportiamo
un dettaglio nella foto 5e.
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Nelle
Foto 6 la navata unica della chiesa.
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Nella
Foto 7 il braccio sinistro del transetto con la cappella
dedicata a San Carlo Borromeo mentre viene rapito in estasi. E' una
delle più belle ed interessanti tele presenti nel tempio di San
Michele, molto curata nei dettagli e nei giochi di luce. Non da meno
l'altare monumentale che lo contorna, realizzato nel 1678.
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Uno degli
aspetti di maggior fascino è rappresentato sicuramente dalla perfezione e
minuziosa cura delle decorazioni barocche, come si può apprezzare dalle foto 7,
8 e 9.
Le foto 8 riprendono la cappella del lato
destro del transetto.
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Nelle
Foto 9 in particolareè rappresentatala cappella
dedicata alla Madonna, cappella splendidamente decorata sui lati e
nella volta ad arco. Nel dipinto la Vergine è rappresentata in
posizione eretta con i piedi sulla luna, contornata da angeli e
sovrastata dalla Trinità.
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Entrambe le cappelle del transetto, così come
quella dedicata alla Madonna, hanno altari barocchi monumentali opera di
maestranze lombarde. I dipinti che troneggiano in essi risalgono tutti alla fine
del 1600.
Nella Foto 10
una serie di opere presenti nel tempio.
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Le Foto 11:
sono state scattate immediatamente sopra l'ingresso, dove si può ammirare la
straordinaria maestria degli intagliatori.
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Le Foto 12
riprendono la cappella di San Michele: al di sopra del simulacro del patrono di
Alghero troneggia il grande dipinto dove sono rappresentati i "Martiri del
Giappone", San Paolo Miki, San Giovanni Soan (de Gotò) e San Jacobo Kisai, tutti
membri della Compagnia di Gesù martirizzati il 5 febbraio 1597 e canonizzati l'8
giugno 1862 da Pio IX.
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Nelle Foto 13
l'altare maggiore.
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Un
importante intervento di ripristino è stato eseguito nel 1870, come
ricordato dalla lapide murata sul lato destro dell'ingresso.
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Ultimo aggiornamento: 29 ottobre 2007